Le malattie oncologiche sono ormai all’ordine del giorno; si stanno sempre più diffondendo. Soprattutto con il virus COVID-19: si è assistito infetti, ad un notevole rialzo della percentuale degli affetti di tumore. La parola tumore, scatena, nella coscienza collettiva un senso di paura, terrore e angoscia. Non è certamente semplice affrontare la malattia, qualora venga diagnosticata. I Malati Oncologici, affrontano notevoli iter: dalla TAC, alla Total Body, all’intervento chirurgico e infine la chemioterapia e la radioterapia. La chemioterapia, non è quasi mai ben accettata dai malati oncologici: dubbi e preoccupazioni assalgono la mente e soprattutto arrivano domande senza risposta (‘ ma mi cadano i capelli o no’? Quali sono gli effetti collaterali? E se mi cadano i capelli che faccio? Uso la parrucca). La malattia avvolge tutta la famiglia intorno al malato che vivono e assorbono gli stati emotivi e ansiosi dello stesso. Non è semplice per la famiglia sostenere il malato di tumore, anche perché spesso si sentono inermi. È possibile sostenere loro, solo con l’affetto e cercando di fare vedere loro gli aspetti positivi del trattamento. Il loro vissuto è pianto e poi gioia alternati, sono molto labili e fragili. Vivono il trattamento con rassegnazione, che può durare dai quattro ai sei mesi. Ci sono diversi tipi di chemioterapia che oscillano da un livello medio/ alto, in base anche all’età del soggetto e a eventuali patologie concomitanti. Durante il trattamento chemioterapico, non è possibile sottoporsi a vaccinazione né il vaccino influenzale e né il vaccino per COVID-19, perché con la chemioterapia l’organismo non trattiene altri tipi di ‘sostenze’ e perciò le vaccinazioni verranno effettuate a trattamento concluso. I malati oncologici percepiscono un indennità dall’ INPS sia per le spese del trattamento sia per l’eventuale scelta del loro accompagnatore. Dopo il trascorrere dei 5 anni,.tale indennizzo viene revocato, in quanto si presume che la malattia sia cessata. Consiglio ai familiari di utilizzare molta ironia e di essere molto forti soprattutto quando entrano nel reparto oncologico e possono solo star vicini al malato, sostenendolo come possono e come ognuno è capace di fare. Se necessario possono inviarli da una psicologa, qualora soprattutto la chemioterapia venga non accetta, o si percepisce che il malato accusa di aspetti psicologici che sono poco chiari, come la Depressione.